prima di tutto.
e nel diritto di famiglia
Studio Legale Comini Ricci
Lo Studio Legale Comini Ricci offre assistenza e consulenza legale a imprese e privati. L’esperienza trentennale della Fondatrice e l’entusiasmo di collaboratrici e collaboratori si accomunano nella volontà di rendere alla clientela soluzioni legali efficaci, rapide ed economiche.
Da oltre trent’anni lo Studio Legale Comini Ricci è impegnato nella risoluzione di casi di malasanità, diritto di famiglia e di tutela della comunità LGBTQIA+.
Lo Studio offre consulenza, oltre che naturalmente in italiano, in inglese e spagnolo.
Come affrontiamo i nostri casi
Non pensate a lunghe e costose cause in tribunale. Su ormai centinaia di pratiche seguite con successo, solo il 5% si conclude in tribunale. Nel resto dei casi, il risarcimento si ottiene in forme più rapide e dirette.
Dalla tradizionale assistenza in giudizio si cerca di spostare l’interesse verso soluzioni stragiudiziali più moderne quali la mediazione o la negoziazione assistita.
Tempi
La media statistica di risoluzione dei casi va da 6 mesi a 1 anno; per casi particolarmente complessi, il tempo richiesto aumenta anche secondo il risultato economico che si vuole raggiungere.
Costi
Il cliente avrà un preventivo dettagliato, prima di iniziare ogni attività. Per questo motivo, il primo colloquio informativo, in cui si valuta anche le possibilità di successo della pratica, sarà gratuito.
Risultati
Il cliente è considerato unico nella sua storia personale, mai uguale ad altra e ha diritto al miglior risultato con cui concludere una vicenda, lasciandola al passato. Lo Studio lavora per qualcosa in più: dare al cliente informazioni e strumenti che lo accompagnino anche per il futuro che lo aspetta, lavorando con la massima attenzione per trovare la soluzione più adatta.
Studio Legale Comini Ricci
Lo Studio Legale Comini Ricci offre assistenza e consulenza legale a imprese e privati. L’esperienza trentennale della Fondatrice e l’entusiasmo di collaboratrici e collaboratori si accomunano nella volontà di rendere alla clientela soluzioni legali efficaci, rapide ed economiche.
Da oltre trent’anni lo Studio Legale Comini Ricci è impegnato nella risoluzione di casi di malasanità, diritto di famiglia e di tutela della comunità LGBTQIA+.
Lo Studio offre consulenza, oltre che naturalmente in italiano, in inglese e spagnolo.
Come affrontiamo i nostri casi
Non pensate a lunghe e costose cause in tribunale. Su ormai centinaia di pratiche seguite con successo, solo il 5% si conclude in tribunale. Nel resto dei casi, il risarcimento si ottiene in forme più rapide e dirette.
Dalla tradizionale assistenza in giudizio si cerca di spostare l’interesse verso soluzioni stragiudiziali più moderne quali la mediazione o la negoziazione assistita.
Tempi
La media statistica di risoluzione dei casi va da 6 mesi a 1 anno; per casi particolarmente complessi, il tempo richiesto aumenta anche secondo il risultato economico che si vuole raggiungere.
Costi
Il cliente avrà un preventivo dettagliato, prima di iniziare ogni attività. Per questo motivo, il primo colloquio informativo, in cui si valuta anche le possibilità di successo della pratica, sarà gratuito.
Risultati
Il cliente è considerato unico nella sua storia personale, mai uguale ad altra e ha diritto al miglior risultato con cui concludere una vicenda, lasciandola al passato. Lo Studio lavora per qualcosa in più: dare al cliente informazioni e strumenti che lo accompagnino anche per il futuro che lo aspetta, lavorando con la massima attenzione per trovare la soluzione più adatta.
Stefania Comini
Nata nel 1959, risiede a Firenze. Nel 1983 consegue la Laurea in Giurisprudenza con Lode all’Università di Firenze.
Nell’ambito della professione legale, ha svolto la propria attività a Firenze e a Roma. Svolge incarichi prevalentemente giudiziali in materia di contenziosi contro la pubblica amministrazione (crediti sanitari, malpractice sanitaria), con strategie a tutto campo, secondo profili civilistici e penalistici.
Saveria Ricci
Nata nel 1965, risiede a Firenze.
Nel 1988 consegue la Laurea in Giurisprudenza con il massimo dei voti all’Università di Firenze.
Ha svolto la propria attività a Firenze, seguendo anche vertenze in altri tribunali.
Si occupa di diritto di famiglia (separazione e divorzi) e di tutela della comunità LGBTQIA+.
Referenze
Omessa diagnosi di infezione articolare il tribunale condanna l’ospedale al risarcimento del danno
Sentenza 1478 del 30 gennaio 2023 Tribunale di Roma
Sentenza giudiziaria:
A seguito di intervento di protesi al ginocchio, la paziente – anziana – contraeva una Infezione Ospedaliera, a lungo ignorata dai sanitari e non curata. A causa dell’Infezione non curata, l’anziana doveva sottoporsi a nuovo intervento di protesi, riportando postumi temporanei, consistenti in una lunga e dolorosa malattia. Il Tribunale ha accolto la richiesta di risarcimento e ha condannato la casa di cura a pagare tutte le spese, comprese quelle della Consulenza Tecnica d’ufficio.
Il tribunale di bologna condanna l’ospedale a pagare ai genitori 600 mila euro per la morte del figlio
Sentenza del Tribunale di Bologna 1722 del 30 Giugno 2022
Sentenza giudiziaria:
Lo studio ha assistito i genitori di un piccolo paziente di 18 mesi che è deceduto a causa di varie criticità nella esecuzione di un esame diagnostico. L’Ospedale ha contestato la responsabilità, ma il Tribunale espletata la CTU ha condannato l’Ospedale a risarcire i genitori.
Omessa diagnosi di tumore al seno e morte di una donna di 32 anni
Tribunale e Corte d’appello negano il risarcimento nonostante la CTU favorevole; ora il caso è all’esame della Cassazione
Caso legale: Si tratta di un caso particolarmente complesso e penoso; una donna di 32 anni con autopalpazione scopre un nodulo al seno; si reca da tre Ginecologi che la rassicurano senza sottoporla ad alcun esame di approfondimento (cd. triplo test). La donna scopre di essere incinta; non è convinta delle diagnosi precedenti, si sottopone ad una visita con il quarto Ginecologo che diagnostica il Tumore, ma anzichè inviarla ad un Centro Tumori qualificato, la opera; ma non essendo un Oncologo, esegue un intervento limitato, il Tumore continua a proliferare e la donna muore dopo pochi mesi che aveva dato alla luce il figlio in condizioni di atroce agonia. Viene ammessa la CTU dal Tribunale, che conferma i gravi errori dei sanitari, ma il Tribunale respinge la domanda, e così la Corte d’appello. L’udienza del ricorso in cassazione è fissato ad aprile “in presenza”, confido che la Corte faccia giustizia.
Separazione e divorzio con unico atto
Scritto da: Stefania Comini – Pubblicato su IUSTLAB
Pubblicazione legale:
La Corte di Cassazione, con sentenza del 16 ottobre 2023, ha stabilito che si può fare una sola domanda per separazione e divorzio.
Si tratta degli accordi consensuali sulle modalità della separazione.
La riforma Cartabia l’aveva già prevista, ma ci sono state divergenze. La riforma Cartabia ha inteso accelerare divorzi e separazioni, visti i tempi lunghissimi e gli oneri economici della lunghezza dei procedimenti.
Riforma cartabia accellerazione del processo civile, mediazione e tribunale della famiglia
Pubblicazione legale: Sono le principali promesse della Riforma Cartabia.
Scritto da: Stefania Comini – Pubblicato su IUSTLAB
Il forte impatto dell’accellerazione dei nuovi processi (DOPO IL GIUGNO 2023) ci lascia perplessi sulle cause pendenti; molte di queste sono state di fatto paralizzate nei due anni del Covid, e dovranno, dunque, essere “smaltite” prima delle cause nuove.
Non voglio dire che ci vorrà un miracolo, ma tutto dipenderà dalle risorse che verranno destinate non solo sui nuovi processi, ma anche sui vecchi. Attualmente occorrono 527 giorni per una sentenza civile, siamo secondi solo alla Grecia.
Buca stradale, la nuova sentenza della cassazione sulla ammissibilita’ della prova testimoniale
Un ciclista percorre una strada pubblica; la ruota si blocca in una buca, ma il Comune contesta la responsabilità
Caso legale: La Corte di Cassazione da ultimo (Cassazione civile 18 Novembre 2021 n. 35146) si è pronunciata sulla ammissibilità della prova testimoniale nei danni da insidia stradale; l’ordinanza censura “l’inaccettabile opinione … molto spesso ripetuta come un Mantra”, secondo cui il capitolo di prova testimoniale dev’essere formulato in modo positivo: ed infatti, rileva la Corte, nell’ordinamento non è rinvenibile alcuna norma di legge o principio generale che vieti di provare per testimoni che un fatto non sia accaduto (ex multis Cass. 19171/2019); una simile argomentazione risulterebbe manifestamente insostenibile già solo sul piano della logica, dal momento che “chiedere a taluno di negare che un fatto sia vero equivale a chiedergli di affermare che quel fatto non sia vero”, giungendo così al “paradosso di ammettere o negare la prova non già in base al suo contenuto oggettivo, ma in base al tipo di risposta che si sollecita dal testimone”. D’altro canto, secondo la Corte, “riferire se un oggetto reale fosse visibile o non visibile non è un giudizio, è una percezione sensoriale”, per cui pur dovendosi ribadire che il testimone non può essere chiamato a fornire un apprezzamento tecnico o giuridico dei fatti, ciò non significa, tuttavia, che non possa eventualmente esprimere dei giudizi, nei limiti in cui si tratti di “apprezzamenti di assoluta immediatezza, praticamente inscindibili dalla percezione dello stesso fatto storico”. E’ dunque ammissibile la prova testimoniale ed è possibile chiedere al testimone di confermare che una buca non fosse visibile.