Casi studio
Alcuni dei casi risolti dallo Studio negli anni
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Casi risolti con trattativa stragiudiziale

È stata risarcita una giovane donna a cui i sanitari avevano asportato utero e ovaie non riconoscendo che la formazione presente sull’utero era benigna. L’ospedale, avuta la raccomandata di richiesta danni dallo Studio, aveva attivato la sua assicurazione. Questa, dopo breve esame del caso, aveva provveduto al pagamento.

È stata risarcita dopo breve trattativa una giovane signora per un banale intervento al naso. La signora soffriva di frequenti emicranie e sinusiti. L’otorino le propose l’intervento al setto nasale per dilatarlo e farla respirare meglio; purtroppo, sbagliò e le procurò una dilatazione eccessiva. L’ospedale pubblico riconobbe il danno e il risarcimento.

È stato risarcito un giovane che aveva deciso di sottoporsi a liposuzione sui fianchi. L’intervento lasciò delle piccole cicatrici antiestetiche. Il chirurgo ha riconosciuto il danno, restituito quanto spese e pagato il risarcimento per il danno estetico.

È stata risarcita una coppia di coniugi quarantenni: il centro di fertilità che l’aveva sottoposta a 3 cicli di procreazione assistita, senza successo, non aveva chiarito le possibilità reali di avere un figlio, non c’era, quindi, un valido consenso informato. In questo caso, la pratica fu svolta interamente dai legali dello Studio senza fare intervenire i periti.

Sono stati risarciti figli e coniuge di una persona affetta da depressione che si era suicidata durante un ricovero in psichiatria. L’ospedale ha riconosciuto di non avere adottato tutte le precauzioni per evitare l’evento.

È stata risarcita la vedova di un uomo cinquantenne; ricoverato in pronto soccorso e poi in cardiologia, l’uomo è deceduto dopo che i sanitari avevano detto che non aveva nulla di grave. Il perito incaricato dallo Studio ricostruisce esattamente gli errori commessi dai sanitari, l’Ospedale dopo meno di un anno paga il risarcimento di diverse centinaia di migliaia di euro.

Sono state risarcite le mogli e due figli di un uomo cinquantenne. L’uomo era stato sottoposto con successo a un delicato intervento sul cuore. Purtroppo, contrae in ospedale un’infezione, ma i sanitari trascurano i sintomi chiari. Dopo pochi mesi l’uomo si aggrava e muore. Con una perizia accuratissima, uno dei medici legali di cui si avvale convince il medico legale dell’ospedale sulla sussistenza del grave errore. Vedova e figlie ottengono un cospicuo risarcimento.

Sono stati risarciti figli e coniuge di un signore anziano cui i medici hanno procurato una perforazione intestinale durante un intervento in laparotomia per occlusione intestinale. L’ospedale ha riconosciuto l’errore e provveduto al risarcimento dopo trattative durate poco meno di 1 anno.

È stata risarcita una donna a cui il chirurgo aveva sbagliato l’intervento di asportazione di un tumore all’intestino, diventando necessario un intervento più invasivo a seguito del quale la qualità di vita era molto peggiorata. L’ospedale ha risarcito questo risarcimento.

Sono stati risarciti due giovani genitori. I medici avevano ricoverato la madre, ma con grave ritardo era stato effettuato il travaglio. Il bambino aveva subito tragicamente danni irreversibili. L’ospedale ha riconosciuto il danno e disposto il risarcimento per genitori e bambino.

Casi risolti in giudizio

Una donna appena quarantenne viene operata di tumore al seno senza che venga prima sottoposta alla necessaria mammografia. Il chirurgo opera solo sulla base di ecografia e ago aspirato. Dopo 4 mesi il tumore si ripresenta. Per diversi anni, assistita da altri legali, la donna chiede invano che i sanitari siano condannati penalmente e che venga adeguatamente risarcita. Viene proposto un giudizio di accertamento tecnico preventivo, l’assicurazione si convince a pagare il giusto risarcimento.

Il Tribunale di Firenze ha riconosciuto il risarcimento per una giovanissima ragazza e sua madre. Il medico di famiglia aveva prescritto alla ragazza la pillola anticoncezionale senza sottoporla ai necessari esami preventivi per valutarne gli eventuali fattori di rischio. La ragazza era stata colpita da embolia polmonare per cui sarebbero state necessarie pesanti cure a vita. L’Azienda sanitaria per cui lavorava il medico non aveva ha la transazione e ha quindi subito una condanna ben più pesante.

Il Tribunale di Bologna ha riconosciuto la responsabilità dei sanitari per il caso di un bambino che presentava dei problemi cardiaci, ma i sanitari erano stati molto negligenti, tanto da procurarne la morte all’età di poco più di 1 anno. Il Tribunale ha riconosciuto un cospicuo risarcimento non solo ai genitori, ma anche ai 4 nonni e alla sorellina.

Sono stati risarciti la moglie, 4 figli e 4 nipoti di un uomo anziano a cui in clinica privata veniva eseguito un intervento cardiaco che i nostri periti riconoscevano come inutile. L’assicurazione dell’ospedale ha provveduto al risarcimento dopo pochi mesi dall’inizio della causa, non appena svolta la perizia del tribunale.

Una clinica privata è stata condannata a risarcire un’anziana signora per i danni riportati durante un banale intervento di innesto di protesi del ginocchio. La signora si era dovuta operare una seconda volta perché la prima protesi le aveva procurato un’infezione al ginocchio.

È stata risarcita una donna che, dopo un banale intervento di protesi al ginocchio, continuava ad avere disturbi e dolori. Chiesta una perizia al Tribunale, emergeva con chiarezza l’errore dei medici. La clinica privata ha risarcito la donna.

Sono stati risarciti la vedova e il figlio di un signore anziano che aveva un tumore all’uretra. La  malattia era purtroppo molto grave, ma l’errore dei sanitari fa sì che l’uomo subisca un trattamento chirurgico più invasivo e ne annulla anche le poche probabilità di sopravvivenza. Si chiede al Tribunale la nomina di un consulente e l’esecuzione di una perizia che accerti i fatti. La perizia accerta l’errore, il Giudice propone e l’Ospedale accetta il giusto risarcimento.

Sono stati risarciti la mamma e il fratello di un giovane ragazzo. I sanitari, nonostante la sofferenza che il ragazzo manifestava, non erano intervenuti adeguatamente per bloccare una reazione allergica a un farmaco assunto, la reazione lo aveva portato rapidamente alla morte. La causa è stata solo iniziata e svolta una perizia. All’esito della perizia, l’Azienda Sanitaria per cui lavoravano i sanitari decideva di risarcire madre e fratello, unici parenti del povero ragazzo.

Sono stati risarciti moglie, figli e nipoti di un uomo che, sottoposto a intervento all’addome, peggiora fino alla morte perché i sanitari avevano lasciato una garza nell’addome che ha provocato un’infezione mortale. Lo Studio ha ottenuto il risarcimento e la condanna penale dei medici.

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